venerdì 7 giugno 2013

Ai, mai neim is...

Non voglio accodarmi alla moltitudine di gente che la fa facile a criticare chi ha successo in rete.
Ecco perchè non mi accanirò troppo su Chiara Ferragni, alias The Blond Salad.

Che poi...già si fa fatica a mangà l'insalata a meno che non ci sia qualche senso di rimorso per la dieta assunta a base di pizzapatatinecaciotta&co. quindi chiamare un sito con qualcosa di insipido, già delinea la possibile profondità di contenuti.
Un po' come questo blog, eh! Solo che noi usiamo l'acidità come il limone per condire.

Diamo a Cesare quel che è di Cesare: Chiara è una bella figliola, probabilmente più furba di altre persone per aver sfruttato al momento giusto la rete. Ha gli occhioni azzurri, i capelli bionderrimi e, visti gli outfit sfoggiati ancor prima che gli stilisti iniziassero con il prét-a-noleggio, anche pecunia per permettersi quello che ha postato su lookbook prima e sul suo perrrrsonal site dopo.
Cosa che noi povere invidiose non possiamo di certo ambire dato che pure con uno stipendio all'Esselunga andiamo avanti a pane bagnato con il latte e acqua di rubinetto per tutto il mese. E ci vestiamo da H&M e Zara, mica da Marni.

Ma accantoniamo le cattiverie. Questo post è dedicato all'Insalatina nazionale per ringraziarla di cuore.
Non solo ricordiamo che presto uscirà la collaborazione con SUPERGA per una linea davvero chic, ma anche per il fatto che a guardare i suoi video possiamo imparare molto.
Impariamo intanto ad evitare pronunce allucinanti di inglese.
Capisco che ci si vuole internazionalizzare, ma non possiamo noi della redazione non rotolare nel sentire la vocina soave della Chiaretta citare frasi profonde come

"AI! Mai neim is Chiara end ai liv in Milan.
Milan is mai fevourit siti and ai rilli ador it."

Diciamolo: merita un santuario solo per questo.


Le bambine degli Anni Novanta possono pentirsi. Arriva Amanda Seyfried for Givenchy




Inutile dirlo: Amanda Seyfried è entrata nella mia classifica personale di giovani icone. Tra stile, recitazione e simpatia ai miei occhi non ne sgarra una e, se lo fa, alla fine gliela perdono sempre. Come posso fare altrimenti? Ma avete visto che occhioni? Qui per la nuova campagna Givenchy, porta benissimo anche le maglie che mi ricordano un po' lo stile che avevamo negli Anni Novanta. Sì, sì, proprio quelle felpe dalla stampa strana su tessuto Fruit of the Loom che ci andava bene quando eravamo piccolini, ma nel momento in cui abbiamo maturato una coscienza sul what-to-wear, abbiamo immediatamente nascosto insieme agli scheletri nel nostro armadio.
Rossetto scuro su pelle diafana, sguardo ipnotico e un nuovo profumo. La maison francese ha puntato sul cavallo giusto.

A proposito, sapete che c'è? Che nel sito serio ho realizzato pure qualche sua fanart. Vi propongo quella più decente, và.
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